16 settembre 2016

RECENSIONE "LA CADUTA DI ARTU'" di J. R. R. TOLKIEN

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Oggi vi parlo di un amore nato per caso, quando le circostanze ci sorprendono e fanno scoppiare la passione... Non sto parlando di cose strane, ho scoperto Tolkien e me ne sono innamorata, adesso VOGLIO LEGGERE TUTTO!!! Ve ne parlo meglio nel post, cercherò di essere molto più professional di così... ah ah ah!!! Buona lettura!




TRAMA: Artù è in guerra contro l'oriente per salvare gli ultimi residui dell'impero romano dall'invasione pagana. Vittima del tradimento da parte del nipote, Mordred, che, approfittando della sua assenza (di Artù), non esita a sottrargli il regno, Artù si trova ad essere il portatore di morte, distruzione e rovina nel suo stesso regno pur di riconquistarlo.


Titolo: La caduta di Artù

Autore: J. R. R. Tolkien
Casa Editrice: Bompiani
Anno: 2013 (Ristampa)
Pag: 296
Prezzo: 13,00 euro




VALUTAZIONE:





Miei cari lettori è DECISAMENTE scoppiato l'amore. Mi sono ritrovata tra le mani questo libro e in occasione di una sfida di lettura cui sto partecipando me lo sono letto e O MIO DIO!!!
C'è da dire che la leggenda di Artù e della Tavola Rotonda mi ha sempre affascinato, fin dal cartone Disney La spada nella roccia, in cui un giovanissimo Artù riesce a sottrarre la pesantissima spada dalla roccia, appunto. Poi sono passata ai film, agli esami di filologia romanza fatti all'università, alla lettura dei romanzi cortesi di De Troyes, insomma mi è sempre piaciuta. 
Il fatto, poi, che alla mia dolce metà piaccia Tolkien mi ha dato la possibilità di approcciarmi allo scrittore con uno degli scritti meno noti, forse, della sua pubblicazione, fatta principalmente ad opera del figlio Christopher dopo la morte del padre (Benedetto Uomo!!!)
E' stata, infatti, l'occasione del regalo di natale a portarmi a leggere questo volume. Inizialmente avrei dovuto regalarlo alla mia metà, solo che poi non ero molto convinta che potesse piacergli e ho virato su altro, tenendo questo gioiello per me ;-) Viva la felicità!!!
In realtà ho sempre un po' snobbato Tolkien perché ho sentito molti dire che la scrittura era pesante, piena di descrizioni minuziosissime e tanti particolari da dover ricordare. Probabilmente mi frenava anche il non avere tempo per una lettura di quel genere, andavo a scuola, poi all'università e non ho mai trovato il momento giusto da dedicare ad una lettura che avesse una mole così vasta. 
Sono stata molto contenta di essermi avvicinata a Tolkien con questo libro che, tra l'altro, è incompleto e che Christopher ha pubblicato cercando di riorganizzare tutte le carte e gli appunti del padre. 
Ma adesso passo alle mie opinioni altrimenti arrivo a fare un post lungo duemila km...eh eh eh!!!

Ne La caduta di Artù incontriamo i personaggi più noti delle leggende arturiana.
L'opera è costituita da V canti nei quali si racconta di come Mordred, nipote di Artù, cerchi di appropriarsi, con l'inganno, del regno dello zio durante la sua assenza per la guerra contro l'oriente, portando Artù ad affrontare il suo destino e riconquistare ciò che un tempo era suo.
Inutile dirvi che, per chi ama queste leggende, e ama Tolkien, non deve o meglio non dovrebbe lasciarsi scappare questa perla, scritta in modo magistrale e poetico, recuperando l'uso del verso allitterativo utilizzato dalla tradizione letteraria del genere.
Un libro che non deve far pensare ad un semplice richiamo della tradizione cortese che, autori come Chretien de Troys (per chi lo ha letto), ci hanno abituato a leggere. 
Qui non si tratta di personaggi che rispondono solamente all'onorabilità del loro signore, della donna amata, del proprio ruolo di cavalieri, di personaggi che devono rispondere al loro ruolo perché così deve essere. No! 
Quello che ci presenta Tolkien, è un gruppo di personaggi sanguigni, violenti, reali, che agiscono per il loro interesse personale e non pensano alle conseguenze di quello che le loro azioni possano creare. 
I personaggi che ci presenta Tolkien in questa sua opera sono tormentati dal senso di colpa, dalla difficoltà di dover portare avanti una missione che non hanno scelto e che, mantenendo il loro orgoglio, cercano di affrontare con grande valore.
La storia qui raccontata riguarda un episodio della vita di Artù guerriero, intrecciata ad una serie di episodi che la tradizione ci ha più volte trasmesso.
Le tematiche sono le più diverse e affrontate in modo divino utilizzando la tecnica della scrittura in versi. Una scrittura che, di solito, viene associata ad una lettura più difficoltosa e anche ad una comprensione che dovrebbe comportare maggiore attenzione, invece il tutto si dipana con una fluidità che non ci si aspetterebbe.

Nei soli quattro canti e un pò del quinto(diciamo così), che Tolkien ha lasciato, veniamo travolti da una serie di emozioni e sensazioni che ci trasportano tra lande misteriose, mari in tempesta, boschi oscuri abitati da lupi famelici, senza che ce ne possiamo rendere conto. Ci troviamo davanti a personaggi reali in carne, ossa e libero pensiero che vogliono liberarsi dai loro tormenti.
Tolkien non tralascia le leggendarie vicende del sapere collettivo, come la presenza della Tavola Rotonda, l'amore tra Lancillotto e Ginevra e l'animo ferito e tradito di un re a causa della sua regina e del suo fedele amico.
Ma la cosa che lo stacca da tutta la tradizione è una grande attenzione al realismo e alla concretezza di questi personaggi, non più figure che ricoprono ruoli legati a determinati stati d'animo. In loro ci sono reazioni molto forti, irruente, dirompenti e prepotenti che si, li fanno essere comunque una rappresentazione simbolica, ma allo stesso tempo permettono al lettore di empatizzare maggiormente con loro ed essere coinvolti direttamente nei loro tormenti.
Nel parlare dei personaggi, ovviamente, non posso non parlare dei più noti a tutti, Artù, Ginevra, Lancillotto, Gawain e Mordred.

ARTU': E' il re di Britannia, e a Camelot è la sua dimora. Ma è anche un guerriero che combatte contro il paganesimo delle terre orientali che lo trattengono lontano dal suo regno.
Artù è un uomo che subisce tradimento in varie forme, dalla regina Ginevra, dal nipote Mordred, dal suo fedele consigliere Lancillotto e dal popolo del suo regno che per paura asseconda il più malvagio.


"Mai da bisogno o pericolo Artù era stato domato/  o aveva perduto speranza, mai la sua volontà s'era spenta/  o il suo cammino fermato. Ed ora pietà l'invadeva/   per la sua terra e la sua gente leale. E gran pena soffriva/   per quanti a lungo tentati avevano accolto una guida perversa, /   per i deboli che esitavano, per chi s'era venduto. /  Terminate le stragi e l'orrore, placata la guerra, /  la corona riassunta, ripristinato il diritto, /  avrebbe fatto fiorire la pace garantendo il perdono, /  sanando le piaghe con giusto comando/  riportando la gioia nella dolce Britannia."
Allo stesso tempo è un uomo consapevole del suo destino, nonostante questo fosse il motivo del suo tormento. Questo lo rende vulnerabile e bisognoso di un sostegno nella guida del suo regno.
GINEVRA: Siamo abituati a vedere Ginevra, sì come la moglie fedifraga, ma anche dolce, sensibile e pentita del suo errore. Tolkien stravolge completamente anche questa figura. 
Pur lasciandone la visione celestiale tradizionale, Ginevra non è più la regina che soccombe al suo amore e alla sofferenza che questo le procura, ma è una donna spietata che non esita a trovare la propria felicità a discapito di altri. E' una donna da temere, e non solo da idolatrare o adorare per la sua candida bellezza. E' una donna forte, decisa, consapevole del potere che esercita sugli uomini, e della forza che il suo ruolo di regina le garantisce. E' una donna che non si spezza sotto le minacce di chi vorrebbe sottometterla al proprio volere e che, ai nostri occhi, appare tanto forte quanto lo sono i guerrieri che la circondano. Contesa tra le attenzioni di molti uomini potenti che lei seleziona secondo il proprio gusto e volere.


"Ma lui né vedeva né udiva: era fisso il suo cuore/  in un'agonia di lussuria, suo eterno tormento, /  su Ginevra dalla chioma dorata, le membra splendenti, /   bella e crudele come una donna fatata/  che andava nel mondo per la rovina degli uomini/  senza versare una lacrima."

LANCILLOTTO: E' il personaggio che più di tutti mi ha lasciato senza parole. Il cavalier servente, che per onore mette da parte i suoi sentimenti, che si pente di ciò che ha fatto, che chiede umilmente perdono per il suo errore, lascia spazio ad un uomo tormentato che, però, ha il suo orgoglio personale forte e prepotente. E' la figura cui Tolkien dedica un intero canto ed è veramente affascinante. Si parla di lui come del traditore per eccellenza, ovviamente, ma anche come rivale dell'altro cavaliere, GAWAIN. 
Tolkien li mette continuamente a confronto sottolineando il fatto che siano uno il contrario dell'altro, dal punto di vista fisico, dal punto di vista sentimentale, per la posizione occupata nel cuore di Artù e nella sua corte davanti al popolo o a tutti gli altri cavalieri della Tavola Rotonda. Personaggi forti, anche loro che rendono la narrazione ancora più accattivante.
Anche Lancillotto è un uomo tormentato dal tradimento fatto, dall'impossibilità di essere perdonato e dal disagio che gli eventi lo portano a vivere sapendo che il suo re ha bisogno di lui. 

"Poi la rabbia lo abbandonò, l'ira si spense, /  l'animo suo vacillò. Troppo tardi rimpianse/  d'aver infranto la Tavola Rotonda. /  Del suo orgoglio si pentì, maledisse la durezza/  che i suoi amici aveva ucciso, e spezzata la fedeltà. /  Ripensando all'amore per il suo sovrano, re Artù, /   con il tormento del cuore, si disse, /  avrebbe sanato il suo onore, e la regina reso alla corte/  chiedendo alla clemenza di Artù/  di restituirle il suo rango."
MORDRED: E' il mellifluo traditore del re che approfitta della sua assenza per impadronirsi del suo regno indisturbato. Mordred è anche il nipote del re, forse segretamente innamorato della regina. E' un personaggio avido, prepotente, invidioso, meschino e macchinatore che non pensa al fatto che anni di regno possano aver dato ad Artù la conoscenza necessaria a poter fronteggiare una situazione come quella da lui creata.
E' un personaggio che disturba e che gioca bene il suo ruolo. Ovviamente l'accettazione della sua presenza è dovuta solo alla capacità dell'autore di averlo tratteggiato in questo modo.

Credo che la bellezza di questo pezzo di opera, purtroppo, che Tolkien ha lasciato, è legata anche alle descrizioni che l'autore riesce a realizzare. Non solo quelle dei personaggi e delle sensazioni che gli stessi provano, ma anche e soprattutto dei luoghi, per la maggior parte tetri, oscuri e misteriosi che incutono ansia e inquietudine anche solo a leggerne.


"Poi scese la sera/  con una luna nebbiosa che lenta incedeva/  tra le nubi straziate dal vento nell'alto del cielo,/  dove i rèfoli della tempesta tra le stelle vagavano ancora./  Brillavano fuochi, diafane lingue d'oro lucente/  sotto scabre colline. Nell'immenso crepuscolo, /  dal terreno innalzandosi come elfici fiori/  tra l'erba d'autunno nel cavo di valli/  nascoste ai mortali fra remote colline, /  rifulgevano di pallida luce/  le tende di Artù."
Questo è solo un esempio di come le descrizioni siano così coinvolgenti che non si può non pensare di voler essere lì, nonostante il loro essere inquietanti :-)
L'utilizzo del verso allitterativo, molto più visibile se leggete il testo in inglese a fronte, rende la lettura musicale, se fatta ad alta voce, e l'utilizzo di termini che sono stati messi lì trovando la loro perfetta collocazione e incastro. Una scelta, quella del verso, che favorisce il coinvolgimento ed una maggiore attenzione a tutto ciò che viene raccontato.

Per quanto mi riguarda, come ho detto più e più volte ormai nel post, questo libro è stata la rivelazione di un amore che probabilmente ho scoperto nel momento giusto della mia vita di lettrice. Sicuramente leggerlo da più piccola non mi avrebbe fatto comprendere la sua bellezza e la sua intensità. 
Sicuramente è uno scrittore che necessita di attenzione e tempo per la lettura delle sue opere proprio perché il suo elemento migliore sono le sfumature nella caratterizzazione dei personaggi e in quello che esprimono anche attraverso i loro atteggiamenti. 
In questo caso, nonostante i versi e l'opera non sia eccessivamente lunga, l'autore è riuscito a trovare il giusto equilibrio tra descrizione del paesaggio e situazioni e quelle dei vari personaggi che si susseguono. Sicuramente, se avesse continuato la sua scrittura, avremmo avuto anche un capolavoro in versi dello scrittore. 
E' stata una lettura entusiasmante, che mi ha coinvolto in un modo che non mi sarei mai aspettata, che mi ha portato a rileggere i vari canti per tre volte di seguito e ogni volta ho trovato qualcosa in più che mi era sfuggito in precedenza.
Un libro che consiglio a tutti coloro che amano Tolkien, che possono apprezzare un'opera in versi e hanno la curiosità di conoscere anche la sua storia editoriale. Infatti, grazie alla presenza di alcuni saggi che seguono il poema vero e proprio, il curatore del testo, Christopher Tolkien, ci rende note le variazioni che sono state apportate da lui nel testo, tenendo conto delle note lasciate dal padre.
In un altro saggio ci spiega la posizione occupata da questo poema nei confronti della tradizione arturiana e di come Tolkien abbia deciso di scardinare tutti, o quasi, gli elementi basilari e propri di quella tradizione.
Insomma è un libro che mi è piaciuto moltissimo, che mi ha portato a comprare una parte delle sue opere meno conosciute e il Il signore degli anelli che, però, devo leggere con calma e tranquillità ;-)
Io spero che la mia recensione vi sia piaciuta, che abbia istillato in voi un goccia di curiosità, che vi spinga a dare una possibilità a questo testo.

Ho parlato moltissimo, quindi credo che sia il caso di salutarvi, io vi ringrazio per le visite che fate qui sul blog e sulla pagina facebook, vi invito, se volete, a lasciare un segno del vostro passaggio, anche in forma anonima se volete, sarei molto contenta di interagire con chi ha letto i libri che vi propongo o abbia intenzione di leggerli. 
A questo proposito, Avete letto questo gioiellino?? Avete intenzione di farlo, non lo conoscevate, insomma io sono curiosissima di sapere e se ve l'ho presentato io fatemelo sapere così saprò che i miei sproloqui non sono parole al vento eh eh eh :-)
Bene, adesso vi saluto sul serio, ci rileggiamo prossimamente con qualche nuova lettura e le opinioni su di esse. Se volete avere una mia idea su qualche libro in particolare lasciatemi un commento e sarò felice di darvela, così ci scambiamo qualche consiglio ;-)
Un abbraccio virtuale amici Viaggialettori, buon ritorno alla vita quotidiana e buone letture!!!

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