25 aprile 2016

Recensione "SETE D'AMORE" di YUKIO MISHIMA

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Come è andato il vostro week-end? Ha piovuto dalle vostre parti? Da me è tornato il freddo e il vento... L'allergia si è calmata ma rischio raffreddore e mal di gola è assicurato se il tempo non si decide a tornare alle sue temperature... Speriamo lo faccia presto!!
Nuova recensione per voi e purtroppo, anche stavolta, non sarà molto positiva, ma procediamo per gradi e continuate a leggere il post, vi spiegherò tutto!





TRAMA: Etsuko è una donna giovane che rimasta vedova è costretta a vivere a casa del suocero dovendo diventare la sua amante. Nello stesso momento, però, Etsuko è innamorata di Saburo, il giardiniere di casa, un ragazzo di sedici anni ignaro di tutto. 

Titolo: Sete d'amore
Autore: Yukio Mishima
Casa Editrice: Guanda
Anno: 2014
Pag: 269
Prezzo: 9.50 euro 






VALUTAZIONE:



Mi sono appena resa conto che, nelle recensioni che ho fatto, è già il secondo libro di letteratura giapponese (se consideriamo 1q84 come una sola opera analizzata) di cui mi trovo a parlare.
Anche questa volta, come la recensione precedente, purtroppo non mi ritrovo a fare una recensione positiva, anzi, una farfallina in questo caso è pure troppa, quindi consideratene metà!
Bene adesso possiamo cominciare a parlare del romanzo.
Partiamo da packiging... Questo romanzo faceva parte di una collana pubblicata dalla Guanda che con le Bussole, formati mignon dei libri, voleva promuovere una lettura più confortevole di alcuni romanzi del 900 letterario anche portandoseli in borsa.
Bene, il formato particolare è stata la cosa che mi aveva attirato, e poi ovviamente tra i vari titoli ho scelto questo la cui trama, in realtà moooolto scarna, mi aveva dato la possibilità di immaginare da me la storia.
In realtà di questo libro, leggendolo, non mi è piaciuto nulla!!!
La storia vede come protagonista una donna, Etsuko, che rimasta vedova si trova a vivere a casa del suocero diventandone l'amante. Con loro anche le famiglie degli altri due figli dell'uomo. Etsuko pur accettando questa situazione, si innamora del giovane e sedicenne giardiniere di casa, Saburo, che, però, la ignora completamente.
Già da questo particolare dovreste aver già capito dove voglio arrivare... ma ve lo dico per gradi comunque.
Non so come uscirà questo post perché mi sto trovando in seria difficoltà ad esprimere per iscritto il mio pensiero su un romanzo che non mi ha minimamente interessato..Ci provo!
La rappresentazione della protagonista che Mishima ha fatto nel romanzo è quella di una donna maniaca e malata di gelosia. Lo era per il marito e lo sarà poi nei confronti di questo ragazzino, Saburo che, tra le altre cose no se la fila minimamente!!
La storia viene raccontata attraverso una voce esterna, quella del narratore, appunto, ma a volte ci sono delle parentesi o dei virgolettati con i quali vengono inseriti quelli che sono i pensieri dei personaggi. E, devo dire la verità, sono proprio gli interventi di questo tipo che rendono un po' più decente questo libro.
Ho trovato questa protagonista di una antipatia allucinante, prepotente, egoista e poi fa la finta vittima quando la situazione fa comodo a lei.. ma daaaai!!
Parliamo di una donna che scopre di essere tradita dal marito, di cui era morbosamente gelosa, in punto di morte ma, nel suo ultimo respiro, facendo il nome della moglie e non di quello delle amanti di turno, riconquista la fiducia della moglie.. mah! 
La cosa che non ho capito in quella situazione, perché di comportamenti strani ce ne sono parecchi, è: se sei così gelosa perché al momento di incavolarti non lo fai?? ACCETTAZIONE PASSIVA! Non si può sentire sinceramente, ma andiamo avanti.
Pur dovendo sottostare al compiacimento del suocero, di cui in realtà non c'è mai una espressione esplicita, riesce a innamorarsi di questo poveraccio di ragazzino che, diciamoci la verità, ha sedici anni, ma come puoi pretendere che capisca quello di cui parli tu! 

""Ami... non ami...Sempre la stessa domanda!" Quella che poteva sembrare una comoda parola d'ordine conferiva un significato superfluo alla vita spensierata ch'egli continuava a condurre casualmente, e inquadrava in una superflua rigidità quella che avrebbe vissuto in futuro. Per lui non era altro che un concetto eccessivo, assolutamente non necessario. Egli non aveva spazio nella sua vita per concedere a quella parola un'importanza essenziale, tale da poter, a tempo e a luogo, sfidare per essa perfino la morte. Non solo, gli era persino difficile immaginare come ciò fosse possibile. Gli sembrava estremamente ridicola l'idiozia di chi, avendo concesso spazio a quel sentimento, bruciasse per quello la sua intera esistenza, come chi per distruggere una camera incendiasse la casa intera."

E' una cosa palese il fatto che Etsuko riversi su Saburo una passione che lui, avendo 16 anni e questi pensieri, non può comprendere a pieno
Il lettore segue tutte le varie fantasie che questa donna ha di poter parlare con Saburo, di poterci uscire da sola, di poter camminare a braccetto con lui e non vedere nulla di realizzato perché, in realtà, sono solamente pensieri e nient'altro di cui, però, tutti erano a conoscenza per gli atteggiamenti che lei stessa mostrava senza vergogna.
Etsuko finisce con l'attribuire a Saburo la sua insofferenza a vederlo tutti i giorni davanti a sé. E considerate il fatto che sto povero ragazzo non ha mai detto o fatto nulla per farle venire in mente queste fantasie. 
Tutto il libro, con brevissimi accenni alla vita passata o presente degli altri personaggi che chiaramente fanno da contorno alla donna, è incentrato su queste sue manie.
La figura del vecchio suocero, Yakichi, che Mishima descrive come un mezzo cadavere, è quella di un uomo padre padrone e chioccia che raccoglie attorno a sé tutti i suoi figli e le loro famiglie per poterli controllare, non esitando a fare della nuora vedova la sua amante... Che bella personcina carina carina!!
Altri due personaggi sono i cognati di Etsuko, marito e moglie, descritti come pettegole che non hanno altro da fare a parte impicciarsi e chiacchierare sulla figura di Etsuko e la sua vita sentimentale.
Insomma direi che non è un libro dalle grandi manifestazioni d'affetto tra i personaggi, né particolarmente coinvolgente dal punto di vista delle azioni svolte.
Il lettore rimane un mero osservatore esterno degli eventi utopici di questa donna che ,solo nelle ultime due pagine, compie un gesto che dici.. MA COME PUOI FARE QUESTA COSA!!!
Sappiate che, come se non bastasse, Etsuko attribuisce le sue illusioni amorose a Saburo, perché, giustamente, è lui (palesemente ignaro di tutto) che l'ha portata ad amarlo, quindi per questo deve essere punito!

 ""Perdonami. Ho sofferto. Non mi rimaneva altro da fare. E poi tu avevi mentito. Perché mi hai detto che non l'amavi, mentre vi amavate così tanto? Io ho provato sofferenze sempre più atroci a causa della tua menzogna, e perché tu capissi Quant'ero tormentata senza che tu te ne accorgessi minimamente, dovevo indurti ad assaporare la stessa irragionevole sofferenza. Tu non puoi neppure immaginare quanto io abbia patito. Se fosse possibile estrarre dal nostro petto la sofferenza e paragonarla, vorrei proprio vedere quale delle due è più grande. Pativo così orribilmente da non riuscire più a controllarmi: per questo mi sono ustionata la mano. Guarda. E' colpa tua. Quest'ustione è colpa tua.""

Sinceramente quando ho letto queste parole ho pensato che fosse pazza, e poi ne ho avuto la conferma, ovviamente non potevi aspettarti la normalità da una tizia del genere.
L'unica cosa carina che ho trovato sono state le descrizioni paesaggistiche, ma non pensiate chissà quante ce ne siano, per il resto BOCCIATO!!! per me ovviamente.
La storia sembra continuare un racconto già avviato da tempo, e non permette facilmente di capire cosa succede, anche perché soprattutto all'inizio ci sono dei flashback riguardanti la vita di Etsuko con il marito nei suoi ultimi istanti di vita. 
Gli eventi non coinvolgono e la protagonista rendendosi così odiosa non fa creare empatia con il lettore. E stata una lettura molto lenta nonostante non si tratti né di un libro lunghissimo, né di pagine con una grandezza normale, ma nonostante questo è di una monotonia e scarso coinvolgimento da farti passare spesso la voglia di leggere.
Lo stile di scrittura è molto accessibile, ci sono dei termini giapponesi prontamente spiegati dal traduttore nel margine inferiore, cosa che facilita la lettura lineare del testo senza dover andare alla fine del libro e ricercare il numeretto.

Insomma se volete leggerlo fatelo, ma se poi non vi è piaciuto non dite che non vi avevo avvertito ;-)

Penso che anche per questa volta ho detto tutto quello che mi è passato per la testa, spero che ci si capisca qualcosa ma non garantisco per questo.. 
Fatemi sapere se anche voi, come me, siete capitati in un periodo di letture poco piacevoli da fare e magari, perché no, qualche bella lettura che possa anche risollevarmi da questa specie di mezzo blocco del lettore che non vuole proprio abbandonarmi..
Alla prossima amici Viaggialettori e come sempre Fate Buone Letture!!

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