27 gennaio 2018

RECENSIONE "ANNI D'INFANZIA. UN BAMBINO NEI LAGER" di JONA OBERSKI

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!

Ogni anno, da qualche tempo, a Gennaio mi riservo sempre uno spazio, tra le letture da fare nel mese, per dedicarlo al ricordo, o monito, che dir si voglia, di chi è morto da innocente per la pazzia di una persona sola che, forte dei suoi ideali, ha pensato bene di far decimare milioni e milioni di persone colpevoli di non professare la sua stessa religione, di avere i capelli castani e non biondi, di avere dei soldi o delle proprietà che non tutti potevano avere.
Queste sono solamente alcune delle motivazioni che hanno portato gli ebrei ad essere trasportati su dei vagoni ferroviari destinati alle bestie o alle merci, per raggiungere le città tristemente note per aver ospitato i vari campi di smistamento o sterminio.

Ogni anno mi ripropongo di rinnovare il ricordo di ciò che è stato dedicando il mio tempo a ciò che è storia e che non si può mettere da parte come se non fosse mai successo. I negazionisti ci sono, ma ci sono anche molti processati per crimini di guerra che vengono puniti o che lo sono stati, oltre a quelli che, purtroppo, sono riusciti a scappare continuando a vivere la loro vita giustificando le loro azioni con un "andava fatto".
Purtroppo c'è stato tutto questo e continua ad esserci, se ci guardiamo intorno.

Ma passo a raccontarvi di cosa parla questo libro, buona lettura, e RICORDATE, SEMPRE!




TRAMA: Jona e la sua famiglia vengono presi e portati in un campo di smistamento prima e di lavoro poi a Bergen-Belsen. Jona è un bambino e come tale non capisce cosa stia effettivamente succedendo a lui e alla sua famiglia.
La sua innocenza ci permette di avere un quadro, seppur piccolo, di quello che un bambino poteva vivere all'interno dei lager. Una testimonianza pura e innocente di quell'orrore.


Titolo: Anni d'infanzia. Un bambino nei lager
Autore: Jona Oberski
Casa Editrice: Giuntina
Anno: 2007 (Ristampa)
Pag:119
Prezzo: 10,00 






VALUTAZIONE:





Quella di oggi è una lettura molto breve che mi sono ritrovata fra le mani rimettendo apposto una delle mie librerie. Credo di aver letto questo libro moltissimi anni fa, ma non ne sono sicura, non ricordando praticamente nulla. La mia votazione non va ad inficiare il mio pensiero su ciò che è stato, quindi non vorrei passare per l'insensibile di turno, ma semplicemente questo è il mio pensiero sulla lettura che ho fatto.


La storia che ci racconta Jona in questo piccolo volumetto, è quella di molti ebrei che si sono ritrovati improvvisamente a dover fare i conti con una realtà che non poteva essere cambiata in alcun modo per loro.
Il sequestro, il viaggio e l'arrivo nel campo è raccontato attraverso gli occhi di un bambino che non capisce cosa stia succedendo, che si lamenta solo di non poter stare vicino alla mamma, perché quello gli basta, in tutto quel marasma di gente, urla e paura.

Un bambino è la voce narrante di quello che è stata l'esperienza, autobiografica, dell'autore, sottoposto ad una serie di sedute psicologiche pur di recuperare quello che si trova tra queste pagine, perché, si sa, molti bambini, traumatizzati, tendono a perdere la memoria.

All'interno di queste pagine troviamo la vita di Jona, il suo dover vivere con la paura di non poter stare con la madre, il suo dover superare le angherie degli altri bambini, più grandi di lui, e superare la morte, sempre presente in questi libri.

Un romanzo breve, brevissimo, scarno di descrizioni, di emozioni, di sensazioni vissute, una semplice cronaca di fatti, perlopiù scritti con discorso indiretto, che non mi ha colpito più di tanto, non mi ha dato nulla di nuovo, nulla che non si sapesse già. Purtroppo non ho apprezzato questo libricino, forse troppo corto e troppo legato a ricordi episodici che non permettono di immedesimarsi molto nelle vicende e in chi ne è coinvolto. 
La sensazione che mi ha trasmessa è quella di qualcuno che non ha partecipato a nulla di ciò che è raccontato ma ha solamente visto dall'esterno i fatti, senza esserne emotivamente coinvolto e non permettendo, così, al lettore di emozionarsi. 

Sicuramente ci sono stati alcuni momenti in cui la tenerezza della sua giovane età si è fatta sentire, ma questo comunque non va a modificare il mio "giudizio" sulla lettura. 
Una lettura troppo frettolosa, frammenti di vita si susseguono in maniera rapida, una rapidità a volte rallentata dallo stile, lento e ripetitivo, in alcuni punti, come se si dovessero riempire dei vuoti. Una visioni superficiale, diciamo, sebbene questo non sia il giusto termine per poter spiegare il mio pensiero. 
Purtroppo non ho avuto la possibilità di apprezzare questo libro, che è una sorta di raccolta di ricordi sparsi che risentono molto di questa frammentarietà, a mio avviso.

Bene amici, io non ho altro da dire su questa brevissima lettura, spero di non offendere nessuno con le mie parole, ripeto, questa è la mia opinione su una lettura che non mi è piaciuta, non mi ha coinvolto e questo è uno dei punti su cui mi baso per dire la mia su un libro, a maggior ragione in questi casi.

Fatemi sapere se lo avete letto, e cosa ne avete pensato. 
Vi mando un abbraccio e vi auguro di fare bellissime letture!!!

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