23 febbraio 2017

RECENSIONE "UNA VITA SOTTILE" di CHIARA GAMBERALE

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!


Come state? Secondo mese dell'anno quasi terminato ed è già tempo di scegliere le tre letture che mi accompagneranno per il prossimo mese... Non so proprio cosa leggere, sebbene la mia libreria e i vari scaffali annessi stanno strabordando di letture ancora da fare.. Ma va bene... Credo che comincerò a fare con l'estrazione a sorte, ma poi vedrò...

Tornando a noi e alla lettura di cui vi parlo oggi... La recensione è su una scrittrice che ho conosciuto da poco e mi ha conquistata subito... Mentre leggevo questo libro, poi, mi sono accorta che può anche andare bene per una delle sfide cui sto partecipando la SFIDA DI LETTURA LPS 2017 (potete cliccare sul banner per partecipare) e sono contenta di questo :-) Vi lascio alle mie opinioni, buona lettura!!!





TRAMA: Una serie di personaggi più o meno strani, più o meno profondi, rappresentazioni di categorie e non, ci vengono presentati attraverso i ricordi di una voce, quella di Chiara che non è una protagonista nel senso convenzionale del termine, ma una narratrice di persone.




Titolo: Una vita sottile
Autore: Chiara Gamberale
Casa Editrice: Marsilio
Anno: 1999 
Pag: 130
Prezzo: 10,00 euro (versione attuale)






VALUTAZIONE:




Chiara Gamberale è una di quelle voci che nel suo essere semplice ti colpisce in tutto quello che scrive, o almeno con i due libri che ho letto questo è stato il risultato.

Ho scoperto questa autrice molto casualmente, questa estate, grazie alla lettura di Per dieci minuti e mi ha colpito subito, sia perché ho letto quel libro in un periodo di profonda tristezza e mi ha sollevato l'umore, sia perché la sensazione che ho avuto leggendolo è stata quella di averlo letto nel momento giusto.
Con Una vita sottile la Gamberale ci regala una parte molto intima di sé, quella legata ad una malattia da cui, come dice, si esce con grandissima difficoltà, l'anoressia.


"Esistono situazioni, persone, momenti che il tempo e lo spazio ci rubano ma che ci si impigliano dentro, nelle pieghe del cuore.  Non ci ritroveremo mai a maledire che siano passati, perché saremo sempre troppo presi a benedire che basterà chiudere gli occhi per vedere quello che è stato e, lontani, riuscire a scorgere anche ciò che quello che è stato nascondeva."

Attraverso le poche pagine di questo libro veniamo a conoscenza di tanti personaggi particolari, che sono poi fondamentali per conoscere la stessa protagonista. Si, perché, in questo libro, che non è un romanzo, veniamo a conoscenza della protagonista attraverso gli incontri che ci racconta di aver fatto nella sua vita, e come questi incontri siano stati importanti per lei soprattutto durante la sua malattia.
Un libro molto particolare fatto, secondo me, di ritratti, non solo di singole persone, ma anche di situazioni in cui tutti si possono ritrovare. Nel libro conosciamo alcuni momenti della Chiara ragazzina che fa i suoi primi incontri, della Chiara adulta che porta il suo cane a spasso ed entra a far parte del gruppo dei "Canari" del quartiere, della Chiara amica, figlia, studentessa, insomma diverse versioni di una stessa persona che cambia e che ragiona su molte tematiche.

"Il mio problema è con le emozioni, insomma, mi sono scoperta d'un tratto fragile come se fossi in carne viva e le emozioni, appunto, le emozioni mi avrebbero distrutto e allora ecco la malattia, dal tessuto impermeabile come quello di un preservativo e pesante come una corazza... Una corazza sulla carne viva fa infezione e per questo mi sono ridotta così." 

Quelle che si trovano tra queste pagine sono proprio le emozioni da cui la stessa protagonista cerca di proteggersi, ma dalle quali viene inevitabilmente travolta, e con lei il lettore. La felicità di aver trovato un'amica che è come una sorella che si occupa di lei, l'allegria di un gruppo di persone che, nel portare fuori il cane, costruiscono rapporti di amicizie sincere, la paura di perdere qualcuno e scoprire di non essere in grado di pregare o di farlo credendoci fino in fondo, l'amore nei confronti del proprio cane da accudire e da cui attingere accudimento. E poi ci sono Fabiana, l'insegnante di teatro, che non si perde d'animo nel vedere diminuire il numero dei suoi alunni, l'insegnante di liceo che ha sempre cercato di supportare l'amore di Chiara per i libri e la scrittura, il padre, che è orgoglioso della figlia e delle sue scelte e Pablo, che le dedica poesie, Emiliano che le scrive lettere di amore platonico o di un amore di profonda amicizia.
Accanto ai ritratti degli altri, c'è il suo, alla fine del libro, toccante, profondo, emozionante, come lo erano stati tutti gli altri, o forse di più visto che parla di sé stessa.

Non si può parlare molto di questo libro solo perché ci sono poche pagine e si finirebbe per dire tutto, ma la lunghezza delle pagine non va ad intaccare l'intensità di una scrittura che è tanto profonda quanto semplice e diretta.
Come dicevo all'inizio del post, la Gamberale riesce a catturarmi proprio per questa sua capacità di guardare il mondo attraverso una lente che ti permette di vedere tutto più semplicemente, ma non per questo superficialmente.
Una scrittura che ti permette di avvicinarti alla protagonista, di sentirla vicina e di percepirla così come l'autrice vuole farcela conoscere.
Accanto alla rappresentazione dei vari personaggi raccontati, ci sono profonde riflessioni fatte sempre con leggerezza, ma non per questo meno importanti. L'anoressia è una bestia oscura e silente che non sempre colpisce in modo consapevole, il rapporto tra culture differenti e il modo diverso di concepire il mondo (in questo caso i rapporti d'amore), la religione e la presenza o meno di un qualcuno o qualcosa in cui credere, oppure no.
Insomma  tematiche attuali che permettono una vicinanza maggiore, del lettore, con quanto narrato.


Un libro che mi è piaciuto molto, che mi ha spiazzato inizialmente perché totalmente diverso da quello che avevo già letto. Non che mi aspettassi di leggere lo stesso libro ma quantomeno simile, e invece fortunatamente non è stato così. Ne ho apprezzato la profondità nascosta dal velo di ironia che attraversa tutte le pagine e la apparente leggerezza usata per parlare di un argomento molto toccante.
Insomma, un libro che consiglio, che non vi impegnerà molto tempo ma sicuramente vi lascerà la sensazione di aver letto qualcosa che appaga. 

A questo punto vi ho detto tutto, vi saluto, vi mando un grande abbraccio e vi auguro di fare un BUON VIAGGIO TRA LE PAGINE DEI VOSTRI LIBRI!!!... A presto Viaggialettori!!!

4 commenti:

  1. Ciao:) Un titolo molto diverso dall'altro che hai letto della Gamberale, non c'è dubbio! Io di suo ho letto solo - e un bel po' di anni fa - Le luci nelle case degli altri, e mi era piaciuto ma senza farmi impazzire.
    Il romanzo che recensisci sembra essere davvero degno di nota, in questo suo mescolare storia vera e finzione, mi piacciono molto i libri così. Ci farò sicuramente un pensierino:)

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    1. Ciao :-) Si è decisamente diverso da Per dieci minuti, ma si trova comunque il suo parlare leggermente di tematiche molto serie, è un libro brevissimo quindi se tu va dagliela una possibilità :-)

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  2. Ciao! Io di Chiara Gamberale ho letto: Adesso, Un etto d'amore grazie (quello che ho preferito), Una passione sinistra e Avrò cura di te (in collaborazione con Massimo Gramellini).
    Credo proprio che anche questo romanzo mi potrebbe piacere!

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    1. Ciao! Hai letto tanti libri suoi, mi segno tutti i titoli così li recuperò un po' per volta :-) E' un'autrice che mi piace molto quindi sicuramente leggerò altro!

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