31 gennaio 2017

RECENSIONE "QUEL FANTASTICO PEGGIOR ANNO DELLA MIA VITA" di JESSE ANDREWS

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!


Come state amici? Io ormai ho fatto un patto stretto con l'insonnia e il risultato è che leggo tantissimo, quindi vi state "beccando" recensioni come se non ci fosse un domani :-)
Spero che la cosa non vi disturbi perché ormai sta diventando quasi un bisogno parlare con voi delle letture che faccio, anche quando non sono pienamente soddisfacenti...
Bando alle ciance, vi lascio al post, BUONA LETTURA!!!



TRAMA: Greg è un ragazzo piuttosto timido, che sta sempre sulle sue e cerca di avere un buon rapporto con tutti pur non partecipando attivamente a nessuna iniziativa scolastica o sociale. Earl è un ragazzino molto più maturo della sua età ma non lo lascia intravedere. Il primo, figlio di una famiglia benestante, il secondo, appartenente ad una famiglia problematica. Hanno una passione comune, i film che si dilettano a fare insieme. Un giorno scoprono che una loro compagna di scuola, Rachel, è gravemente malata e così i due, seppur pilotati, cominciano ad intrattenere un'amicizia con la ragazza, accompagnandola durante il difficile percorso di cure che deve affrontare.

Titolo: Quel fantastico peggior anno della mia vita
Autore: Jesse Andrews
Casa Editrice: Einaudi
Anno: 2015
Pag: 254
Prezzo: 17,50




VALUTAZIONE:



Non sono una di quelle persone che, solamente perché i temi trattati in un libro toccano malattie o tematiche serie, dice che quel libro è bello perché si deve dire così!
Non credo di essere un mostro solo perché dico che un libro del genere non mi è piaciuto o che non ne capisco il successo, solo perché si parla di qualcuno che muore in età giovane.
Sinceramente credo che posso essere libera di definire un libro del genere brutto, facendolo sempre con la certezza che questo è il mio pensiero e non quello della popolazione mondiale!
Ho detto altre mille volte, nei vari post che ho scritto, che, nella maggior parte dei casi, io non trovo belli dei libri che tutti hanno amato, e non lo faccio perché devo distinguermi per forza, ma solo perché mi ascolto e se una cosa non mi piace non sono tenuta a dire per forza che il libro è bello. Credo che mentire non serva a niente e a nessuno, non credo che il mio parere influenzi il mondo se dico che un libro è brutto o meno, credo che si possa leggere il mio articolo e magari incuriosirsi e voler leggere il libro nel caso in cui si voglia ritrovare lì il mio punto di vista, o smentirlo, perché no!
Resta comunque il fatto che non sono una persona insensibile solamente perché dico che queste storie, a volte, non mi piacciono, né che, dicendo così, non rispetto chi si trova in queste condizioni perché, purtroppo, sono situazioni che vivo nella mia quotidianità!
Bene, fatta questa premessa potete dire quello che pensate della mia "recensione" liberamente, e riceverete comunque una risposta da me :-)

Adesso... Per passare al libro vero e proprio faccio la persona seria e vi spiego il mio punto di vista!!! Ah devo avvertirvi che devo parlare in modo libero della trama, perché essenzialmente per spiegare il libro devo dirvi tutto... Mi dispiace!
Ho sentito parlare molte volte di questo libro da alcune youtubers che seguo e che lo hanno letto in inglese con il titolo ME & EARL & DYING GIRL, e lo hanno fatto sempre con pareri molto positivi ed entusiasti, quindi quando ho trovato l'ebook non ho esitato a leggerlo appena ne ho avuta occasione. Dal mio punto di vista, però, tutto questo entusiasmo non l'ho trovato, al contrario, l'ho trovato molto pesante, ma mi spiego meglio.

Quel fantastico peggior anno della mia vita racconta dell'ultimo anno di liceo di Greg Gaines, un ragazzo di buona famiglia che non ha voglia di studiare, socializzare, svolgere attività che coinvolgano altre persone, avere degli amici, insomma vivere. L'unica eccezione a questa sua condizione è Earl Jackson che, al contrario di Greg, è vissuto in una famiglia disagiata, con fratelli violenti e madre assente. Un giorno la madre si Greg viene a sapere che Rachel, una compagna di scuola di Greg, è malata di leucemia e sta per morire. Questo la porta a costringere Greg a farle compagnia per i suoi ultimi giorni di vita. Quindi nel libro troviamo Greg che ci racconta i giorni passati con Rachel, e di come ha vissuto quell'esperienza.

BENE! La trama è tutta qui, nel senso che non c'è molto da dire a proposito della storia, mentre invece su quello che non mi è piaciuto qualcosa in più c'è.
Fermo restando che si sta parlando di adolescenti e che secondo me a sedici anni qualcosa la dovresti pure capire da te (Mi rivolgo a Greg, soprattutto), e che posso capire che sia una cosa inaspettata da vivere per un ragazzo di sedici anni, ma anche a trenta e quaranta e ad ogni età, che forse l'intento dell'autore è di far capire al lettore come gli adolescenti possano vivere queste situazioni, a me questo libro mi è parso una grande cavolata!
Non mi è piaciuto nulla, nonostante si trattasse di un libro molto veloce da leggere, io me lo sono trascinato dietro per settimane senza avere la minima voglia di sapere come andavano a finire le cose, un libro pesante per il linguaggio usato e per l'assenza di concetti per più della metà, se non tutto, il libro... Sicuramente sono io che sto sbagliando tutto, ma a me proprio non è andato giù.

La figura di Greg è esageratamente vuota, e il fatto che lui vada a fare compagnia a Rachel non me lo rende più simpatico o me lo fa vedere con un occhio di riguardo. E' lui stesso a dire e ripetere continuamente nel libro che di Rachel non gliene frega nulla e che fa tutto quello che vuole perché DEVE farlo e non perché VUOLE. Mi potrete contestare questa frase dicendo che alla fine lui si scioglie in lacrime??? E Bhè forse perché sei arrivato a capire che nella vita ci vuole un po' più di sale in zucca e che una ragazzina può morire dall'oggi al domani dopo aver combattuto inutilmente contro un mostro crudele quale quello della leucemia??? MA BUONGIORNO GREG!!!
Da questo punto di vista ho apprezzato EARL, che almeno quando c'è stato bisogno di dire le cose come stavano lo ha fatto, e quando gli è stato chiesto di parlare di Rachel, anche avendola vista meno di Greg ha saputo dire qualcosa di intelligente.
Rachel poverina fa solo delle piccole apparizioni, diciamo che l'ho vista più come presenza assenza che serve solo per impietosire il lettore, altrimenti non si può capire come riesca a sopportare tutte le cavolate che dice Greg perché vorrebbe farla ridere!

Non mi è piaciuto neanche il linguaggio adottato, inutilmente scurrile, inutilmente ed eccessivamente ironico, avrei preferito dei dialoghi un po' più consistenti soprattutto perché il quadro che ne esce fuori degli adolescenti è quello di una massa di stupidi che non fanno altro che parlare di sesso, dicono parolacce, eeee al massimo parlano di qualche film che gli è piaciuto, almeno in questo caso, ma neanche troppo.
Voglio sperare ed augurarmi che non siano queste e così le generazioni che ci sono dietro di me (non nel senso che io sia più intelligente di tutti loro, ma semplicemente ho passato i sedici anni da un bel po' di tempo, ecco) altrimenti stiamo messi male... Ma comunque tornando a noi...

Vi ripeto che posso comprendere il fatto che Jesse Andrews abbia voluto parlare di un argomento serio attraverso degli adolescenti, ma credo che avrebbe potuto farlo pure in maniera migliore di come ha fatto.
Sono stata dura nell'esprimere le mie opinioni e me ne rendo perfettamente conto, non sono una persona bigotta o perbenista o moralista, e non lo sto dicendo per giustificarmi perché non ne ho alcun bisogno. Ho detto quello che penso e quello che non mi ha lasciato questo libro.
L'argomento della morte per malattia è una cosa seria e dolorosa, sia per chi la vive e sia per chi sta intorno a chi la sta subendo, non credo si possa banalizzare o sminuire con questo tipo di narrazione che a me è parsa vuota, come Greg!

Non sono partita con l'idea che questo libro mi sarebbe piaciuto ma, visto come ne hanno parlato, pensavo che avesse qualcosa degno di nota, purtroppo io non salvo nulla di questo libro. Mi dispiace se ho offeso qualcuno con queste mie parole, dirette e senza filtro che, però, mi rispecchiano, ho scritto queste opinioni di getto e credo che queste siano le cose migliori, a prescindere che sia io a scriverle.
Vi ripeto se ho offeso qualcuno mi dispiace ma la mia opinione rimane questa!

Il libro non mi è piaciuto per il fatto che si è dato spazio ad un personaggio che non ha nulla per cui essere elogiato, non prende posizione nella società (la scuola), non vuole fare nulla a parte film scadenti (di cui si accorge lui stesso), fa cose che gli vengono "ordinate" facendo finta che sia lui a volerle fare quando non è così, e non ha il coraggio di dire le cose che pensa. Non posso credere che il solo fatto che lui vada a trovare Rachel il pomeriggio o all'ospedale, che cerchi di farla ridere perché altrimenti crede di aver perso il suo tempo prezioso, o che pianga quando la vede morente siano cose che lo fanno valutare in senso positivo. Come vi ripeto la morte e la malattia sono cose serie e parlarne così superficialmente non ha alcun senso.
Le persone malate sono sensibili e non hanno bisogno di avere intorno delle marionette o dei pagliacci che le facciano ridere per non pensare al loro dolore. Hanno bisogno di ridere, è vero, ma di farlo con chi voglia loro del bene, senza obblighi e doveri, e tutto questo qui e in Greg non c'è!

Bene amici Viaggialettori, spero che continuerete a leggere i miei post nonostante i miei sproloqui, a volte, siano così tanto diretti. Questo argomento mi è particolarmente caro e leggere queste banalità mi infastidisce. Mi scuso ancora se qualcuno si è offeso e vi ribadisco che queste sono le mie PERSONALI OPINIONI!
Adesso amici vi saluto che ho da preparare altri post, ci rileggiamo presto, vi mando un abbraccio e vi auguro di fare bellissime letture!!!

30 gennaio 2017

TBR #4...OVVERO TENTIAMO DI DARCI UN ORDINE DI LETTURE... FEBBRAIO 2017

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!


Amici è già finito il primo mese dell'anno ed è di nuovo giunto il momento di fare una scelta per le letture da affrontare per il mese di Febbraio... Devo dire la verità, non so veramente cosa leggere di extra dalle sfide che ho in corso, quindi una letturina per le sfide passatemela come scelta ;-)
Per quanto riguarda il mese di Gennaio non è che mi sia andata male ho fatto molte letture ma solo un paio mi hanno colpito veramente. Una partenza un po' moscetta ecco... Ma vi dico subito come sono andate le letture fatte e quelle che avrò intenzione di fare per questo Febbraio... Buona lettura!!!

Come vi ho detto poco più su, sto proseguendo con le sfide di lettura e questo mi porta a leggere con più macchinazione perché cerco di incastrare le letture dei vari obiettivi che mi capitano. La cosa positiva è che mi capitano anche letture diverse dalle mie comfort zone, quindi finisco con il leggere le mie scelte nei momenti di libertà che riesco a ritagliarmi tra una richiesta e l'altra. Nonostante questo, però, sono comunque riuscita a portare a termine la mia TBR di Gennaio  affiancandola ad altre letture extra che avete visto seguendo i WWW...WEDNESDAY che ho pubblicato nel frattempo.


La prima lettura della precedente TBR  portata a termine è stata LA PARANZA DEI BAMBINI di ROBERTO SAVIANO.
Come ho detto nella recensione, non avrei mai immaginato di poter leggere, un giorno, un libro di questo scrittore, eppure eccolo qua presente come prima lettura del 2017. 
Parlando di questo libro ho cercato in tutti i modi di essere obiettiva e andare oltre la mia personalissima impressione sul personaggio Saviano che ormai emerge molto di più rispetto ai suoi libri. Ebbene, ho letto questo libro per quello che è, cioè un romanzo ambientato a Forcella, quartiere di Napoli, che parla di come un gruppo di ragazzini decidono di giocare a fare gli adulti mettendo il loro interesse in qualcosa che è obiettivamente molto più imponente e pericoloso di quanto credano.
Un libro che mi è piaciuto il giusto, non mi ha fatto impazzire ma non mi ha neanche disgustato, un libro che ti mette davanti ad una realtà che c'è e di cui bisogna prendere atto!





Seconda lettura dell'anno è un romanzo di cui uscirà a breve la recensione sul blog, sto parlando de IL ROGO DELL'INQUISITORE di WOLFGANG HOLHBEIN, volume che fa parte del ciclo delle CRONACHE DEGLI IMMORTALI che mi ha confermato la già scarsa impressione che mi aveva fatto il primo volume letto di questa serie.
Sinceramente, se la storia avesse anche solo un briciolo della bellezza della copertina, sarebbe già qualcosa di positivo, e invece, purtroppo, non si può avere tutto dalla nostra vita di lettori!!!
Una storia poco convincente, che non aggiunge molto di più a quello che si sapeva già dal precedente volume e che non ha comportato neanche un minimo miglioramento nella credibilità di un personaggio, Vampiro, che dovrebbe intimorire già solo al pensiero di quello che è, e che invece ha più paura lui delle cose che gli succedono di chi se lo ritrova davanti. Insomma un grande NO!!!








Terza e ultima lettura per questa TBR d'inizio anno è UNA VITA SOTTILE di CHIARA GAMBERALE. Autrice che ho conosciuto per caso leggendo il suo divertentissimo PER DIECI MINUTI e che qui trovo con il suo esordio letterario. 
Un libro molto particolare, molto intimo e profondo, cosa che mi è piaciuta molto. Il fatto che, anche in questo caso, come nel precedente letto, la protagonista sia una Chiara, mi incuriosisce molto, perché sembra che siano tutte storie legate alla biografia personale dell'autrice, ma senza averne la certezza. 
Un libro sicuramente molto diverso da PER DIECI MINUTI ma che comunque si fa apprezzare allo stesso modo, almeno per quanto mi riguarda.






Bene, queste sono state le letture che avevo scelto per la TBR di Gennaio e sono contenta di averla portata a termine. Come titolo Jolly c'è ancora SHANTARAM di GREGORY DAVID ROBERTS ma credo che non lo inserirò più come lettura nelle TBR perché per dedicarmici ho davvero poco tempo. Sto continuandone la lettura piano piano ma preferisco farvi la recensione appena lo finisco e basta, visto che comunque non ne parlo molto!
Passiamo adesso alle letture che ho, o meglio, AVREI intenzione di fare per il mese di FEBBRAIO 2017.




Una delle letture che ho intenzione di fare per questo mese è LA PIETRA DI LUNA di WILKIE COLLINS, primo perché mi serve per una delle sfide che sto facendo (vi ho detto che una delle letture per le sfide mi tocca inserirla, vista l'imprevedibilità delle altre), secondo perché mio sono comprata tutti o quasi i libri di Collins per curiosità e voglio pure cominciare a leggerli!
Quindi direi che THIS IS THE MOMENT e ce la posso fare ad iniziare!
Si tratta di un giallo scritto in tempi in cui pochi erano gli autori che si dedicavano a questo genere e poi, non so perché, leggendo le trame ho visto che c'è qualche cosa che mi ricorda il mio amatissimo Tommaso Landolfi e così ho voluto prenderli!!!








Per la serie delle LETTURE VEGETALI, ovvero libri comprati ormai secoli fa e che stanno per mettere i fiori, o la muffa, fate voi, inserisco un'altra lettura da smaltire NECESSARIAMENTE!
Un misterioso romanzo storico comprato alle bancarelle di un mercato durante una vacanza da mia nonna è IL DIARIO SEGRETO DI DA VINCI di DAVID ZURDO e ANGEL GUTIERREZ. Ora, la trama non la so e neanche la leggo, così spero di farmelo piacere, in genere i romanzi storici mi piacciono quando sono accurati e realistici. Questo non è che capita solo quando a scriverli siano scrittori famosi. Poi sinceramente avendolo comprato a tre euro pure se brutto sopravviverò comunque ;-) 
La mia speranza è che sia un bel romanzo, anche perché mi sta chiamando da qualche settimana ed ho sempre rimandato!









Come terza lettura mi sto facilitando la vita, è vero, però io ho comprato pure libri più sottili delle solite trecento/quattrocento pagine, e avendoli li inserisco tra una lettura e l'altra. Anche stavolta si tratta di ELGA SCHNEIDER con LASCIAMI ANDARE, MADRE penultimo romanzo che possiedo di questa scrittrice che non mi ha mai deluso fino ad ora.
Anche in questo caso l'ispirazione è un fatto autobiografico in cui racconta dell'abbandono, che lei e il fratellino, hanno subito da parte della madre quando ha preferito Hitler alla sua famiglia.
Sarà un romanzo struggente ma a me piace moltissimo il suo modo di affrontare le tragedie della sua vita!
Spero che sia una lettura bella come le altre :-)





Anche questa volta ho cercato di variare il più possibile e di inserire delle letture che volevo fare da tempo, sia per curiosità, sia per smaltirle un po'. 
Sono contenta di riuscire a portare avanti questo progetto che, sebbene non sia chissà quanto difficoltoso, è comunque una cosa che mi fa bene portare avanti. Ovviamente farlo con le sfide, ormai 4, più un gruppo di lettura cui non ho partecipato questo mese, mi rende tutto più difficile da gestire, ma le mie notti insonni mi stanno dando una mano e così le mie letture si moltiplicano senza che io me ne renda conto!

Avete letto qualcuno di questi libri? Li conoscete? Avete programmato qualche lettura per il prossimo mese o ne avete fatte di interessanti nel mese passato?? Fatemi sapere che sono curiosa di conoscere nuovi titoli :-)
Per il momento vi saluto, vi mando un grande abbraccio e come sempre, oltre a ringraziarvi delle visite, vi auguro di fare bei viaggi tra le pagine dei vostri libri!!!

28 gennaio 2017

RECENSIONE "VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA" di JULES VERNE

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!


Io credo che le sfide di lettura siano il modo migliore per approcciarsi a generi completamente diversi da quelli in cui ci ritroviamo solitamente e, sia che si tratti di libri che vengono suggeriti, sia che si tratti di linee guida per fare la scelta delle letture, credo che siano comunque un metodo buonissimo per farci conoscere altri mondi, letterari e non.
Bene... Dopo questo elogio alle sfide di lettura, direi che vi posso parlare della lettura di questo post ancora una volta legata ad una delle sfide che sto portando avanti (ma va???!!!)... Si tratta della SFIDA DI LETTURA LPS 2017 (anche in questo caso cliccate sul banner per partecipare). LPS sta per Le parole segrete, un blog letterario che ha creato una sfida di lettura annuale con la possibilità di leggere un libro al mese e partecipare all'estrazione dei premi alla fine di tutto il percorso fatto.
L'obiettivo per il mese di GENNAIO è LEGGERE UN LIBRO DA CUI E' STATO TRATTO UN FILM (D'ANIMAZIONE O ALTRO) e io ho scelto questo libro. Adesso, però, vi lascio leggere il post per sapere cosa ne ho pensato... BUONA LETTURA!!!


TRAMA: Otto Lidenbrock è un noto geologo che in uno dei suoi vecchi libri ritrova un manoscritto con un messaggio in codice che parla di vulcani, scoperte naturali e un accesso per raggiungere il centro della Terra. Quello che seguiamo, attraverso le pagine, è il viaggio del professor Lidenbrock e di suo nipote Axel fino al centro del mondo... Ci riusciranno? Cosa troveranno?

Titolo: Viaggio al centro della Terra
Autore: Jules Verne
Casa Editrice: Giunti
Anno: 2013
Pag: 297
Prezzo: 7,00 euro






VALUTAZIONE:



Ci sono quelle volte in cui non ci si avvicina ad un libro per dei pregiudizi che non si sa neanche per quale motivo passino per la testa. Ci sono quei libri che si ignorano perché, magari, si pensa non siano adatti alle proprie scelte o ai propri gusti, anche se non ci si è mai avvicinati al genere. Ci sono quei libri di cui vedi il film che non ti convince poi tanto e decidi di non leggerlo perché "Se non mi è piaciuto il film, non credo che il libro possa piacermi!". Le solite sentenze lapidarie che nella maggior parte dei casi portano i lettori scettici a rifiutare di leggere libri che possono essere le loro migliori letture di sempre.
Ecco, questo è stato il caso che, per me, ha racchiuso tutte queste titubanze fino ad ora.

Lo so che Viaggio al centro della Terra è un libro che di solito si legge da ragazzini e che il film è stato fatto abbastanza di recente, ma ci sono tante cose con cui posso giustificarmi... La prima è che da piccola non leggevo, ho cominciato a farlo seriamente da pochi anni, soprattutto negli anni della specialistica in cui ero più libera di poter fare letture a mio piacimento e di comprendere anche di più quello che leggevo, con un occhio più critico. 
La seconda cosa è che non avrei mai pensato che un libro d'avventura potesse riscontrare i miei gusti, non ho letto nulla del genere fino ad ora e devo dire che mi è piaciuto tantissimo!
Ho ricevuto questo libro a Natale del 2015 e non so perché avevo deciso di leggere qualcosa di questo autore conosciutissimo di cui conoscevo le storie per sentito dire. Quando mi è stato chiesto di scegliere tra vari titoli non ho esitato e l'ho preso (lasciate stare il fatto che l'ho letto un anno dopo, ovviamente). Dopo aver comprato questo ho preso 20000 LEGHE SOTTO I MARI e IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI che, a questo punto mi accompagneranno per un po' di tempo, ovviamente comprandoli a scatola chiusa e non sapendo come sarebbero stati, quindi sono molto contenta che questa lettura mi sia piaciuta così tanto.  
Ma adesso, bando alle ciance e parliamo di questo libro che è meglio.

Jules Verne ha pubblicato Viaggio al centro della Terra nel 1864 decidendo di ambientare la storia un anno prima. Una storia che racconta le vicende di due geologi, zio e nipote, il dottor Lidenbrock e Axel che, dopo aver trovato un manoscritto islandese molto antico, riescono a decifrare un messaggio segreto nel quale si parla di un vulcano islandese come di un accesso per raggiungere il centro della Terra. 
Davanti alla possibilità di poter fare questa scoperta sensazionale, il dottor Lidenbrock decide di partire alla volta dell'Islanda di lì a pochi giorni, accompagnato dal suo giovane nipote Axel. Inizia così il loro viaggio, tanto frettoloso quanto avventuroso, attraverso i luoghi impervi delle terre del nord.

Come  vi ho detto, questo è il primo romanzo d'avventura che leggo, e non pensavo potesse piacermi così tanto. In realtà quello che mi è piaciuto non sono stati i personaggi, quanto il modo di raccontare dello scrittore, la descrizione dei luoghi attraversati e della natura incontaminata che ha tanta parte in questo romanzo.
Quello che ho pensato fin da subito, una volta finito il romanzo, è che Verne abbia voluto fare un omaggio alla natura e alla sua capacità di creare delle meraviglie così sorprendenti e paurose allo stesso tempo.
Ma è anche un omaggio agli altri grandi personaggi della letteratura che, scendendo negli inferi, sono arrivati anche loro al centro della Terra, Enea cui si fanno molti riferimenti e Ulisse.

"I miei occhi abbagliati godevano della trasparente irradiazione dei raggi solari. Avevo dimenticato chi fossi per vivere la vita degli elfi e delle silfidi, immaginari esseri fantastici della mitologia scandinava.  Mi inebriavo della voluttà delle altezze senza pensare agli abissi nei quali ero destinato ad immergermi tra poco"  

I personaggi di questa storia sono completamente diversi l'uno dall'altro. Da una parte abbiamo il Professor Otto Lidenbrock, un uomo istintivo, irascibile, frenetico e poco incline alla presenza del mondo esterno, quando viene colto dall'irrefrenabile necessità di portare a termine delle ricerche scientifiche o, come in questo caso, delle scoperte. Pronto subito alla partenza senza considerare le difficoltà o i pericoli del caso ma sicuro delle sue conoscenze.
Dall'altra c'è Axel, anche lui geologo ma meno impulsivo dello zio. O meglio, la sua impulsività appare solo raramente per la prevalente presenza di una maggiore razionalità anche nel caso in cui bisogna concedere spazio all'istinto. A differenza di Lidenbrock, Axel fa i conti con il pericolo che tale partenza può comportare, e soprattutto la paura di non farcela e di non sopravvivere a tutto quello. Rappresenta quindi il lato umano della storia, nonostante ci siano barlumi di umanità anche in Lidenbrock.

Quello che più di tutto mi ha colpito in questo romanzo è tutto l'aspetto descrittivo che ci permette di vivere direttamente con in nostri occhi la bellezza dei paesaggi incontaminati delle terre del nord Europa, della penisola scandinava e i ghiacci perenni dell'Islanda. I boschi che ricordano, come dice lo stesso Verne, le terre degli elfi, e delle creature della mitologia norrena. E poi l'impressionante profondità delle cavità terrestri, vulcani spenti che al loro interno presentano stratificazioni di lava e dei vari terreni che si sono succeduti durante le ere geologiche della formazione terrestre. 
Ovviamente la maggior parte del romanzo si svolge all'interno del pianeta, quindi veniamo a conoscenza dei metalli, dei minerali, dei fossili animali e vegetali, dei vari fenomeni vulcanici che si verificano sulla Terra.
Il tutto è accompagnato da una serie di dialoghi tra i due studiosi con i quali anche noi lettori veniamo a conoscere le tradizioni dei popoli che abitano le zone attraversate per raggiungere il vulcano, le tradizioni legate alla caccia, alle abitudini sociali, culinarie e soprattutto molti elementi che appartengono al mondo della geologia, della mineralogia, della vulcanologia e di tutte le altre discipline che riguardano lo studio delle Terra e dei suoi fenomeni.
Sia chiaro che non si tratta mai di qualcosa di pesante o dottrinario, proprio perché il tutto viene reso con i dialoghi tra i due scienziati, quindi voi apprenderete anche inconsciamente delle nozioni che potreste non avere o che comunque si sanno dagli anni delle scuole, anche se non in modo così scientifico.

Accanto all'aspetto scientifico c'è quello avventuroso del romanzo vero e proprio. Il libro è, infatti, il resoconto dell'impresa fatta da Axel, suo zio e la guida Hans, tre personaggi molto diversi tra loro che riescono, però, ad incastrarsi e a sopravvivere senza ammazzarsi l'un l'altro, perché si, Otto Lidenbrock a volte ha suscitato il mio istinto omicida, ma ho cercato di continuare la lettura senza farci troppo caso :-)



"Vedevo vallate profonde incrociarsi in ogni direzione, precipizi aprirsi come pozzi, i laghi mutarsi in stagni, i corsi d'acqua diventare ruscelli. Alla mia destra si succedevano ghiacciai innumerevoli e cime moltiplicate, alcune impennacchiate da fumate leggere. Le ondulazioni di quelle infinite montagne che sembravano spumose di neve richiamavano al mio ricordo la superficie di un mare agitato. Se mi volgevo verso ovest, l'oceano si apriva nella sua maestosa distesa come una continuazione di quelle come montuose increspate di bianco. Dove finiva la terra cominciavano i flutti e il mio occhio li distingueva appena."

Per quanto mi riguarda si è trattato di una lettura velocissima che ho fatto senza rendermi conto dello scorrere delle pagine. Ho cominciato a leggere e, semplicemente, non riuscivo a staccarmi dal libro. C'è da dire, in tutta onestà, che non si tratta di un libro che al suo interno ha solo colpi di scena per ogni pagina perché non è così, quello che mi ha fatto andare avanti è stata la meraviglia di vedere descritte delle cose che sui libri di scuola puoi immaginare, ma qui vengono rese vive e reali, descrizioni bellissime di paesaggi completamente diversi tra loro che confinano l'uno con l'altro.
Un viaggio attraverso la storia della nascita del nostro pianeta e l'incontro con vegetazione e animali primitivi ma incontrati prima d'ora.
Un viaggio emozionante che non tralascia le difficoltà dell'impresa, anzi, i momenti di panico ci sono, soprattutto per uno dei personaggi, ma il tutto è ben incastrato in questa sorta di trattato scientifico romanzato.
Come ho detto i personaggi non mi hanno colpito più di tanto ma tutto il resto è veramente notevole. 
Spero che gli altri due romanzi che ho preso mi possano piacere allo stesso modo, nonostante si tratti di argomentazioni differenti credo che l'approccio sia lo stesso, ma staremo a vedere quando sarà il loro momento.

Io nel mio piccolo non posso che consigliarvi di leggere questo libro, se come me non lo avete ancora fatto, perché sarete trasportati in un bellissimo viaggio tra la natura incontaminata e vi ritroverete a meravigliarvi della bellezza che questa possa aver creato.

Bene amici, la mia recensione finisce qui, fatemi sapere se lo avete letto e cosa ne avete pensato... Spero di non essere l'unica a non averlo ancora letto, ma sono comunque contenta di averlo fatto ora :-)
Vi saluto... Vi mando un abbraccio e vi auguro buon viaggio tra le pagine dei vostri libri!!!

27 gennaio 2017

RECENSIONE "AVEVANO SPENTO ANCHE LA LUNA" di RUTA SEPETYS

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!


Oggi 27 Gennaio, come ogni anno, si rende memoria a tutte le vittime dell'Olocausto e a tutte quelle persone vittime dei soprusi e della violenta ferocia che la guerra ha portato e scatenato in molte persone durante quegli anni (1939-1945 e seguenti).
Come avrete capito , anche io, in questo giorno così importante per la memoria mondiale , che molti cercano di negare e cancellare (assurdo!!!), voglio parlarvi di uno dei libri più belli che ho letto riferiti a questa tematica. Vi lascio al post, Buona Lettura!!!



TRAMA: Il 14 Giugno 1941 i soldati sovietici entrano prepotentemente in casa di Lina, una ragazza di 15 anni che, proprio così, scopre che la vita può cambiare nel giro di un attimo. Lina e Jonas sono figli del rettore dell'università in Lituania, e con la madre sono stati inseriti nella lista delle persone che devono essere portate nei campi di lavoro staliniani in Siberia. Il viaggio, la forza d'animo, la voglia di vivere e il coraggio sono gli ingredienti basilari di questo romanzo.


Titolo: Avevano spento anche la luna
Autore: Ryta Sepetys
Casa Editrice: Garzanti
Anno: 2012 (Ristampa)
Pag: 298
Prezzo: 9,90 euro




VALUTAZIONE:



Ogni volta che mi ritrovo a leggere o guardare qualche documentario inerente all'Olocausto o alle deportazioni politiche (come in questo caso) operate dai russi, o qualsiasi altra forma di disumanizzazione fatta all'uomo, mi ritrovo con un dolore nel cuore che non so mai spiegare e una sensazione di sporco addosso, come se quelle cose le avessi fatte io o, quantomeno, che fossi rimasta lì a guardare senza fare nulla.
Ovviamente sono molto consapevole del fatto che non avrei potuto fare nulla, visto che non c'ero all'epoca, parlo di sensazioni e di dolore che provo e che nonostante tutto mi spingono a volerne sapere sempre di più. Non so spiegarmi il perché di questa cosa, so solo che ogni volta mi succede tutto questo e per giorni rimango sconcertata di fronte al fatto che a fare tutto questo siano state persone come me, ovviamente persone con svariate rotelle fuori posto, non sono così, intendiamoci!

La presenza di questo libro sui miei scaffali è stata del tutto casuale, ero uscita per una gita fuori porta e in libreria sono stata attirata dalla copertina e da quella ragazzina con una valigia in mano che sembrava dirmi "portami con te", bhè l'ho fatto e sono molto contenta.
La storia che si legge in questo romanzo è una storia struggente, lacerante, stravolgente e disturbante che vi lascia senza parole.

I protagonisti sono Lina, Jonas e Elena, ma ci sono anche Andrius e sua madre, il Calvo, la signora Rimas, la bibliotecaria e tantissimi altri che entrano ed escono dalla scena e dalle pagine di questo libro.
La storia è facilmente intuibile e non credo vi faccio anticipazioni particolari nello spiegare la dinamica del libro. Si tratta del racconto del viaggio e della permanenza di queste persone nei campi di lavoro staliniani in Siberia e di come le persone affrontano quella nuova realtà.
Si trovano, ovviamente, molte connessioni con i viaggi a cui venivano sottoposti gli ebrei, perché diciamoci la verità, il fatto che Hitler, sia stato uno tra i tanti a degradare l'uomo in quel modo, non vuol dire che altri non lo abbiano fatto nonostante le varie critiche tese ai sistemi da lui adottati.
Ma torniamo a noi... 
La storia è quella di Lina, come persona e come narratrice degli eventi, che nel giro di una mattinata viene sradicata da casa sua e buttata su un camion prima e su un treno merci poi, per giorni e giorni. E' la storia di Jonas, suo fratello, che è costretto a crescere velocemente e a mettere da parte l'innocenza dei bambini di dieci anni, per dover affrontare la paura di qualcosa che non è facilmente comprensibile per lui. E' la storia di Elena, moglie di un rettore universitario già incarcerato dai sovietici e madre di due ragazzini, Lina e Jonas, che non ha il tempo di potersi preoccupare del marito, o di se stessa, perché deve tranquillizzare, per quanto possibile, i suoi figli e tutti coloro che sono stati presi insieme a loro.
La loro colpa??? ESSERE ACCULTURATI, AVERE LIBERO PENSIERO!
Di fronte a questo, l'unico pensiero è solo e sempre uno: LA CULTURA FA PAURA e purtroppo la storia, passata e recente, ancora una volta ci dice una cosa che sappiamo tutti, chi più e chi meno consapevolmente. 

"La mamma mi pettinò i capelli bagnati al buio. "Volevo scappare", le sussurrai. "Ti capisco", mi rispose lei. "Davvero?"  "Lina, è perfettamente comprensibile volere scappare via da tutto questo. Ma, come ha detto tuo padre, dobbiamo restare tutti insieme è molto importante". "Ma come fanno a decidere che siamo animali? Non ci conoscono neanche", dissi. "Noi conosciamo noi stessi ", rispose la mamma. "Loro si sbagliano. e non permettere mai che ti convincano del contrario. Hai capito?". Annuii, ma sapevo che qualcuno se ne era già convinto. Li vedevo farsi piccoli davanti alle guardie. I volti senza speranza. Volevo disegnarli tutti.  "Quando ho alzato lo sguardo sul nostro vagone, sembravano tutti malati", dissi. "Bhè, invece non lo siamo", ribatté la mamma. "Noi torneremo presto a casa nostra. Quando il resto del mondo scoprirà che cosa stanno facendo i sovietici, tutto questo avrà fine". Ma sarebbe stato davvero così?"  

In questo caso non credo si possa parlare di recensione, questo tipo di libri sono molto pesanti da assimilare, almeno per me, e mi sentirei in imbarazzo a dire che si tratta di una lettura brutta o bella. Di sicuro ci sono libri che, nonostante affrontino questa tematica, possono essere delle banalità assurde, o delle copiature l'uno dell'altro, ma non ho trovato queste cose in questo libro. 
La Sepetys informa il lettore del fatto che la storia sia un romanzo ma che rispecchia perfettamente la situazione vissuta dai lituani durante quei lunghi e massacranti rastrellamenti, e soprattutto che non tutti i personaggi sono frutto di fantasia.

Per quanto riguarda il mio personale parere, è un libro che mi ha stracciato il cuore in mille miliardi di pezzi, un libro che ti regala emozioni così forti che l'unica cosa che ti viene da fare è immedesimarti completamente nella storia e non lasciare mai i protagonisti da soli.
Devo confessare che, proprio per questo motivo, sono riuscita a leggere il libro, sebbene fosse di trecento pagine, in soli due pomeriggi. Non riuscivo a staccarmi dalle pagine e dalla necessità, quasi fisica, di sapere che fine avrebbero fatto i protagonisti.
Un libro che ti segna, se vuoi lasciarglielo fare, che ti trasporta lì nella neve, nei boschi, nelle capanne improvvisate sui ghiacciai siberiani. Un libro che riesce a farti sentire la paura, la rabbia, l'umiliazione, l'orgoglio, la tristezza e il senso di impotenza che tutte quelle persone hanno provato.
La Sepetys facilita e "alleggerisce" la narrazione affidandola ad una ragazzina che lì incontra l'amore, incontra la necessità della sopravvivenza e soprattutto l'amore per la sua famiglia e per la propria vita. Una narrazione che scorre e che è talmente colloquiale da sembrare un film, più che un romanzo.
Un libro che sicuramente consiglio per chi vuole conoscere qualcosa di diverso da quello cui siamo abituati a leggere riguardo agli ebrei. Un libro che ci permette di conoscere un altro lato, sebbene simile, della storia. 
Un libro che ci dovrebbe far riflettere, nonostante la storia non lascia insegnamenti a chi non vuole ascoltarli o recepirli.
E' vero, è un libro straziante, che vi farà piangere, e provare la sensazione di dover aiutare quelle persone, di avere la stessa sensazione di piacevolezza nel farsi una misera doccia dopo giorni. Sentirete il freddo entrarvi nelle ossa e il caldo atroce durante il lavoro di scavo, ma sono tutti motivi che dovrebbero spingere a leggere questo libro proprio perché non si può girare la faccia dalla parte che ha una visione più bella da mostrare. 
Non si può far finta che tutto questo non sia successo, purtroppo ci sono persone che continuano a portare avanti questa loro assurda "battaglia" negazionista, ma, allo stesso tempo, ci sono ancora persone che portano, dopo tantissimi anni, segni evidenti di tutto quello che hanno subito senza colpa alcuna. 

" "Le nostre mamme sono ammalate. Hanno bisogno di cibo. Ci aiutate?" Chiese Janina. Persone che non conoscevo formarono un cerchio intorno a me, riparandomi dalla vista. Mi scortarono sana e salva fino alla nostra yurta, senza che mi scoprissero. Non chiesero nulla. Erano felici di aiutare qualcuno, di riuscire a ottenere qualcosa, anche se non era a loro beneficio. Avevamo cercato di toccare il cielo dal profondo degli abissi. Capii che se ci fossimo incoraggiati a vicenda forse ci saremmo andati vicino".

Insomma il libro, se non si fosse ancora capito, mi è piaciuto molto. Non è stata una pacchianata a livello narrativo, né qualcosa di fastidioso nel leggere determinate cose. E' un libro che dà la giusta importanza e rilevanza ad un evento che è poco conosciuto e che non ha nulla da invidiare, purtroppo, a quello che ci è più noto. Un libro che non ridicolizza la disumanità degli aguzzini ma allo stesso tempo non fa neanche sembrare i condannati come povere vittime innocenti. O meglio, innocenti sì, insomma avete capito.
Nei protagonisti non si vede mai la rassegnazione ad una situazione che si sà con certezza essere deleteria e degenerativa per coloro che la stanno vivendo. Questo non porta, però, nessuno di loro ad accettare il tutto passivamente, mai, neanche nel momento peggiore.
E poi si scopre la presenza di un valore importante in quella situazione, la solidarietà, di cui Elena diventa, secondo me, il principale simbolo.

Credo che più di questo non dirò, vi invito a leggere questo romanzo perché oltre alle cose che potreste immaginare ce ne sono comunque alcune che rendono il libro un romanzo, quindi non date tutto per scontato. Una lettura molto coinvolgente e bellissima,a mio parere , e spero di avervi saputo descrivere le emozioni e le sensazioni che mi ha trasmesso questo libro. 

Vi saluto, vi abbraccio, e vi auguro buon viaggio lettori... Ci rileggiamo presto!!!

26 gennaio 2017

RECENSIONE "MR GWYN" di ALESSANDRO BARICCO

SALVE A TUTTI VIAGGIALETTORI BENVENUTI O BENTORNATI SUL MIO BLOG!!!


Come state amici? In questi giorni mi sto dedicando alla riorganizzazione delle librerie che ho in camera, più che altro per togliere qualche libro vecchio che non ho più intenzione di leggere o che, magari, ho letto in adolescenza e non rispecchia più i miei gusti... mmmaaaa... Diciamoci la pura e semplice verità... Visto che gli acquisti aumentano e lo spazio diminuisce, tocca che mi impegno e mi faccio spazio, altrimenti la mia camera mi caccerà in automatico appena arriverà ad avere necessità di maggiore spazio... BENE!!!
Problemi che affliggono tutti i lettori che si ritrovano ad avere più libri da leggere di quanti ne hanno letti, a parte, torniamo alle cose serie.
Quella di oggi è una recensione che sto scrivendo per una Sfida di lettura che si propone, come scopo, quello di promuovere maggiormente la letteratura italiana, si chiama MADE IN ITALY BOOKS CHALLENGE e se cliccate sul banner, come per tutte le altre, potrete iscrivervi e conoscere le regole. Si tratta di una sfida fattibilissima, vi viene richiesto di leggere un libro al mese, di un autore italiano la cui scelta deve seguire dei criteri. Insomma come le altre sfide, solo che in questo caso le letture da fare sono una al mese.
Per questo primo mese dell'anno il criterio da seguire è quello di LEGGERE UN LIBRO DI UN AUTORE FAMOSO e io ho scelto Alessandro Baricco, credo che sia famoso, o almeno spero ;-) 
Ma vi lascio al post così scoprite cosa ne ho pensato di questa lettura :-)




TRAMA: Jasper Gwyn è uno scrittore che un giorno decide di smettere di scrivere, ma non per mancanza di ispirazione, quanto per la volontà di voler raggiungere una intimità maggiore con quanto produce.
Per fare questo decide di creare un nuovo progetto e farsi affiancare da una giovane assistente, Rebecca, che inconsapevolmente finisce per essere coinvolta in una situazione ben più intricata di quello che sembra.


Titolo: Mr Gwyn
Autore: Alessandro Baricco
Casa Editrice: Feltrinelli
Anno: 2013 (Ristampa)
Pag: 158
Prezzo: 8,00 euro





VALUTAZIONE:



Dopo circa sei anni torno di nuovo a leggere un libro di Alessandro Baricco e tra l'altro comprato pure di recente, a settembre 2016, no dico... sto leggendo un libro che non ha vegetato più di tanto nella mia libreria e ancora non mi capacito di come questa cosa sia possibile :-)
Vabbè torno a fare la persona seria che è meglio, per quanto io possa essere considerata una persona seria, ovviamente!!

Ritornare a leggere Baricco significa per me entrare in una zona confortevole di letture che so mi sarebbe piaciuta, nonostante nell'ultimo libro che ho letto suo, Emmaus, avessi trovato qualche cambiamento. Nonostante questo c'è da dire che Baricco, anche se cambia il suo modo di scrittura, non mi delude mai totalmente.

Con Mr Gwyn ci troviamo a leggere la storia di uno scrittore che decide di lasciare il suo lavoro, la scrittura, per andare alla ricerca di una produzione più intima, più ricercata. Tutto questo sentendo la pressione del suo agente e amico che vorrebbe vedere la creazione dei suoi romanzi. Non riuscendo a convincerlo, lo lascia tentare la sua nuova intuizione non lasciando mai la speranza di un ritorno alle origini.
Un giorno, mentre si trova in un ambulatorio medico, Jasper Gwyn incontra una donna che gli fornisce il giusto stimolo da cogliere per creare qualcosa di nuovo, decide così di dedicarsi alla scrittura di ritratti umani.

"Benché non avesse ancora la minima idea di che gesto potesse mai essere SCRIVERE UN RITRATTO, si era fatto una certa idea della sua possibile durata - come di un uomo che cammina nella notte è possibile decifrare la distanza e non l'identità. Aveva escluso da subito una cosa veloce, ma anche gli riusciva difficile pensare a un gesto abbandonato a una fine casuale e magari lontanissima. Così aveva incominciato a misurare - sdraiato per terra, nello studio, in assoluta solitudine - il peso delle ore, e la consistenza dei giorni."


Adesso non starò qui a dirvi più di quanto già detto della trama, sappiate che la storia, apparentemente molto normale, in realtà non lo è. Questa è una delle caratteristiche dello scrittore, nel caso in cui qualcuno non lo avesse ancora mai letto.
Nella lettura di questo romanzo non sono riuscita a distaccarmi dalla necessità di confrontarlo con la sua precedente produzione, in quanto il distacco è molto evidente.
E' vero anche che, almeno per quanto mi riguarda, il suo allontanarsi dal passato, in questo caso, non mi ha disturbato, anzi.
Sono state due le cose che ho notato di diverso rispetto al passato
1) L'assenza di ciclicità nella storia
2)L'uso di uno stile meno poetico e manierato.
Sicuramente per quanto riguarda il primo punto, la ciclicità era un elemento molto presente in tutti i suoi primi libri, da CASTELLI DI RABBIA a SETA, da OCEANO MARE a SENZA SANGUE. Per ciclicità intendo una storia che è costituita da più storie che poi vanno a confluire tutte nello stesso punto. Una caratteristica particolare che mi aveva attirato molto in questo autore.
Sicuramente la ciclicità è una tecnica molto avvincente. soprattutto perché di questo elemento, il lettore, se ne accorge solamente alla fine del libro. E' un elemento che permette sia di dare il giusto spazio ai vari personaggi, sia di creare, nella mia testa, almeno, un mondo completamente diverso da quello in cui mi trovo io.
Era una sensazione particolare che mi travolgeva ogni volta che leggevo un libro di questo scrittore, e sicuramente anche molto personale, infatti, ve l'ho detta per spigarvi la bellezza, per me, delle sue opere.
Accanto a questa assenza ho notato subito anche un diverso modo di esprimersi, sia affidato alla narrazione, sia ai personaggi che sono molto più diretti, molto più realistici in un certo senso, anche se negli altri casi erano comunque reali. Non c'è più lo stile manierato e poetico che ti porta ad una sottolineatura compulsiva del libro, ma una lingua più espressiva, più impulsiva e immediata rispetto al passato.

Non voglio farvi credere che l'assenza di questi elementi siano stati negativi nella lettura, perché non è affatto così. Il libro ha queste due mancanze ma non sono gravi, per me, in quanto sostituiti da una maggiore attenzione alla storia e alla narrazione. Una narrazione che si tinge di mistero e attesa di un qualcosa che succederà, si, ma non da parte di chi ci si aspetta.
La storia che ci racconta Baricco in questo libro è sicuramente qualcosa di già visto o letto, ma comunque affascina per il modo in cui la sviluppa e l'attenzione alle descrizioni che tanta parte hanno in queste pagine.
Non si tratta di un libro pieno di descrizioni pesanti, diciamo che c'è il giusto mix tra narrazione e dialoghi. Quello che di bello hanno le descrizioni è l'attenzione alle sensazioni legate al momento descritto.
La creazione di ritratti da parte di Mr Gwyn porta alla presenza di lunghi momenti di silenzio attraverso i quali lo scrittore cerca di dare una forma alle sensazioni e alle emozioni provate soprattutto da chi è oggetto di questi ritratti.
Si passa da una iniziale vergogna all'imbarazzo, dal fremito all'insofferenza, dalla voglia di parlare alla rinuncia di un dialogo e tutto questo, qui, vi sembrerà privo di senso, ma se leggerete questa storia ritroverete tutto, garantito :-)

"Guardi, non si faccia idee sbagliate, io non sono innamorata di lei, non credo, è un'altra cosa, e riguarda solo quel particolare momento, quel buio e quel momento. Non so se riesco a spiegarmi, ma tutti quei giorni mettono addosso una specie di attesa che qualcosa di fisico debba accadere, alla fine qualcosa che ti ricompensi. Una distanza colmata, mi verrebbe da dire. Lei la colma scrivendo, Ma io?, Noi?, tutti quelli che si faranno ritrarre? Li rimanderà a casa come ha rimandato me, nella stessa lontananza del primo giorno? Bè, non è una buona idea." 
La scelta di Gwyn non si capisce se sia istintiva o ben ponderata, o meglio, all'inizio si ha un'idea molto diversa da quella che poi scoprirete nel finale. Tutto quello che la vostra mente vi metterà davanti, nel pensare a questo personaggio, verrà immediatamente cancellato successivamente. Allo stesso tempo vi renderete conto di quanto Rebecca siate voi stessi lettori, prima abbindolati e poi sconcertati da quello che scoprirete andando avanti nella storia.
Un libro che mi è piaciuto molto proprio perché permette al lettore di immedesimarsi nei vari personaggi, o almeno alcuni, dei personaggi che ritrae Mr Gwyn e soprattutto in Rebecca che si sente presa in giro e allo stesso tempo gratificata.
Un libro che mi è piaciuto molto per la storia narrata e per i personaggi principali su cui si basa. Il fatto che ci sia stato un cambiamento nella sua produzione, in questo caso, non è stato una pecca. Una storia molto lineare ma allo stesso tempo molto particolare che coinvolge e ti fa girare le pagine una dietro l'altra senza rendersene conto.
Un libro breve ma di questo la storia non risente affatto ed è sicuramente un punto a favore.
Insomma un libro che vi consiglio se volete avvicinarvi all'autore, ma anche se già lo conoscete e volete vedere un modo diverso di narrare le sue storie che comunque non delude.

Bene Viaggialettori, anche per questa volta vi ho raccontato le mie sensazioni a proposito di questa lettura, voi lo avete letto? Avete mai letto Baricco? Se si avete trovato qualche cambiamento nella sua produzione o sono solo io ad averlo notato? 
Adesso vi saluto e vado a preparare qualche altro post, come avete visto ho fatto molte letture ultimamente e alcune devo ancora recensirvele, quindi per adesso Vi saluto, Vi mando un grande Abbraccio e vi lascio augurandovi di fare bellissime letture!!!